martedì 30 gennaio 2018

La creatura nel buio - Terza parte

Continua con la terza parte il racconto che ho iniziato QUI e proseguito QUI:

Ed si svegliò nel cuore della notte in preda all'agitazione; il suo corpo era madido di sudore, il suo respiro affannose e il battito del cuore era accelerato.
Si voltò a guardare sua moglie che dormiva tranquillamente, la coprì con il lenzuolo, poi si alzo e andò nella camera di Rupert.
Anche suo figlio dormiva pacificamente e dopo avergli accarezzato i capelli andò in bagno.
Aprì il rubinetto dell'acqua calda e si infilò sotto la doccia.
Rimase sotto l'acqua corrente per più di mezz'ora, con lo sguardo perso nel vuoto e cercando di ricordare l'incubo che lo aveva svegliato, ma più si sforzava di ricordare, meno riusciva a darsi una risposta. Eppure qualcosa gli diceva che fosse un ricordo del passato, probabilmente rimosso e che anche le paure del suo bambino ne facessero, in qualche modo, parte.
Uscì dalla doccia annodandosi un asciugamano attorno alla vita, passò una mano sullo specchio reso opaco dal vapore e fissò a lungo la sua immagine riflessa, poi andò in salotto, passando prima dal frigo dove prese una birra fredda.
La corrente era già tornata da qualche tempo, per cui, dopo essersi seduto in poltrona, accese la televisione, sperando di trovare qualcosa di abbastanza noioso che lo facesse crollare dal sonno.
Dopo aver fatto un po' di zapping, Edwin optò per un vecchio film di fantascienza in bianco e nero.
Nel film, il presidente degli Stati Uniti avvertiva la nazione che alcuni dischi volanti erano atterrati in diversi punti della Terra, ma che per ora non si conoscevano le intenzioni degli alieni, per cui per ora ci si sarebbe limitati ad un'azione di controllo. Ed sorrise mentre pensava che quell'attore gli ricordava molto suo zio Dan, poi tutto si fece buio.




"Papà?!"
Nessuna risposta
"Papà!"
Ancora silenzio.
"Mamma, papà, dove siete?"
Un lampo illuminò la cameretta di Ed, che chiamò ancora aiuto, ma le sue grida si persero nel fragore di un tuono.
Ora nella casa si sentiva anche il pianto disperato di un neonato.
Scese dal letto e andò nella camera dei suoi genitori. I piedi nudi lasciavano sul pavimento freddo delle impronte di sudore.
"Papà!?" chiamò un'altra volta Edwin e ancora una volta nessuno gli rispose.
Gli unici rumori che sentiva erano lo scrosciare della pioggia e il fratellino che piangeva.
Quando entrò in camera provò ad accendere la luce, ma la stanza rimase buia.
Ed cercò di avvicinarsi alla culla di suo fratello, quando inciampò in qualcosa e finì a terra battendo la testa contro l'armadio.
Ora il ragazzino era, se possibile, ancora più spaventato; aveva voglia di piangere, ma si fece coraggio e tentò di rialzarsi, ma il piede scivolò ancora una volta, facendolo finire nuovamente col sedere sul pavimento. Questa volta sentì qualcosa di umido e appiccicaticcio bagnargli le natiche e la mano che aveva usato per rimettersi in piedi, ma prima che potesse chiedersi cosa fosse, un lampo illuminò la stanza e se fino a quel momento aveva avuto paura, quello che vide in quell'istante quasi lo fece impazzire.
Ed aprì e chiuse  più volte la bocca, come se tentasse di chiedere aiuto, ma non un riuscì a emettere alcun suono.
La scena gli si presentò solo per pochi secondi, ma era talmente nitida e terribile che lo travolse con la forza di uno tsunami. La "cosa" sulla quale era inciampato era il corpo di suo padre, in parte riverso dentro all'armadio e completamente ricoperto di sangue.  Sangue che ricopriva tutta la camera; le pareti, il soffitto, il lampadario e il letto dove giaceva sua madre con il petto squarciato.
Urlò.
Finalmente il grido che gli era rimasto strozzato in gola uscì con tutta la forza dei suoi piccoli polmoni. Si gettò in lacrime sul corpo di sua madre, chiamandola per nome e sporcandosi il pigiama con il suo sangue.
Improvvisamente Edwin, si ricordò del suo fratellino, il cui pianto lo aveva attirato fino a lì e si girò per cercarlo con lo sguardo.
Ancora una volta, quella notte, il suo cervello dovette fare i conti con qualcosa di spaventoso.
Jack, suo fratello di pochi mesi, stava fluttuando a mezz'aria, volando dentro all'armadio, ma lui aveva l'impressione che in realtà venisse trascinato dentro da una mano invisibile.
Quell'ultima scioccante immagine gli fece perdere i sensi, proprio nel momento in cui la porta d'ingresso veniva sfondata dai vicini allarmati dalle urla. L'ultima cosa che riuscì a vedere prima che tutto diventasse confuso, fu la mano del mostro che per un istante, da invisibile si materializzò per poi sparire all'interno dell'armadio.

venerdì 19 gennaio 2018

Peccato, ho peccato!




Quando si parla di peccati capitali al cinema, di solito si pensa subito a "Seven" di David Fincher, ma in questo caso volevo tentare qualcosa di diverso, cioè trovare un film per ognuno dei setti peccati capitali e che ne esprima a grandi linee i concetti.
Senza perdere altro tempo in inutile spiegazioni partiamo con la presentazione dei film che ho scelto:

SUPERBIA

L'avvocato del diavolo (1997): Lo dice lo stesso Al Pacino nel film: "Vanità, decisamente il mio peccato preferito" e in questo caso vanità è intesa come superbia, quella del protagonista (Keanu Reeves) che sa di essere bravo e più passa il tempo e più cause vince, più aumenta questa sua consapevolezza, ma con essa cresce anche il suo ego, tanto che finirà col mettere in secondo piano l'amata moglie e non si accorge della realtà delle cose. Un gran bel film che ha dalla sua una cast in gran forma, soprattutto quel mostro sacro di Al Pacino.




AVARIZIA

Wall Street (1987): Quale miglior film può rappresentare tale vizio, se non uno che parla di quell'arrivismo, dei giochi di potere, dello yuppismo rampante degli anni 80, dove l'unica cosa che contava era accumulare denaro...In questo film Stone ci racconta le vicende di Bud Fox, un giovane che vorrebbe entrare nell'alta finanza e di Gordon Gekko, che di quelle acque è uno dei più spietati squali, disposto ad ogni mezzo, anche il più illecito per arricchirsi sempre di più.




LUSSURIA

Le età di Lulù (1990): Partendo dal presupposto che per lussuria si intenda "un'incontrollata sessualità, irrefrenabile desiderio del piacere sessuale..." fino a se stesso, era quasi inevitabile scegliere in questa categoria un film erotico. Film che parlano di sessualità ce ne sono molti, ma spesso è mascherata come metafora, in questo film invece il sesso è l'unica cosa che tiene legati i due protagonisti, ne sono praticamente schiavi e ciò porta allo scoppia di vicende drammatiche che si risolvono solo nel finale.. Film che ha creato scandalo e che lo ha reso uno dei film erotici più noti di sempre.




INVIDIA

Amadeus (1984): Per questo tipo di peccato ho avuto pochissimi dubbi su che film scegliere, perché se da un punto di vista storico, le vicende narrate da Milos Forman sono quanto meno discutibili, da quello della storia in se, non c'è un invidioso più grande del Salieri interpretato da F. Murray Abraham, che ha passato una vita intera a tentare di distruggere il mito di Mozart, pur continuando ad ammirarne le opere.




GOLA

La grande abbuffata (1973): Anche in questo caso non ho dovuto pensare molto al film che rappresentasse al meglio il peccato di gola. La trama infatti parla di quattro amici, annoiati dalla loro vita che decidono di suicidarsi mangiando fino alla morte. Ferreri usa questa vicenda come critica alla società consumi e del benessere e proprio per questo, in quanto i protagonisti mangiano in maniera esagerata, perdendo così anche il piacere per ciò che stanno gustando, il film risulta essere perfetto per questa categoria.




IRA

Un giorno di ordinaria follia (1993): Un uomo, abbandonato dalla moglie (che inoltre vuole impedirgli di vedere anche la figlioletta), licenziato dall'azienda che lo considera ormai obsoleto, in una torrida giornata estiva, bloccato in mezzo al traffico fa esplodere tutta la sua rabbia portandolo a scontrarsi con varia gente e con la polizia. Reso cieco dall'ira, il protagonista, ha messo a soqquadro un'intera città e non riuscendo più a vedere le cose con chiarezza e obiettività, ha finito con il farsi travolgere dalla sua rabbia.




ACCIDIA

La grande bellezza (2013): Se avessi dovuto scegliere unicamente un personaggio che rappresentasse la pigrizia, l'indolenza, probabilmente avrei scelto il Drugo Jeffrey Lebowski, ma dovendo invece trovare un film che nel suo complesso, rappresentasse al meglio il peccato dell'accidia, quale opera migliore se non quella di Paolo Sorrentino che descrive un mondo annoiato, fatto di persone incapaci di godersi veramente la vita, una mondanità che è sempre la stessa e trionfa il mal di vivere.




C'è ora qualcuno degli amici che mi segue che vuole fare una sua lista di sette film sui vizi capitali? In caso fatemi sapere che poi vengo confrontarmi con voi...

martedì 16 gennaio 2018

Rosa e Grace: la mia nuova vita da papà




"...A questa musica che non ha orecchi,
a questi libri senza parole 
benvenuto raggio di sole, 
avrai matite per giocare 
e un bicchiere per bere forte,
e un bicchiere per bere piano 
un sorriso per difenderti 
e un passaporto per andare via lontano..."

Dopo diverse settimane rieccomi a scrivere qualcosa su queste pagine. Chiedo scusa agli amici blogger, soprattutto a quelli che seguo con costanza e che a loro volta seguono me, per questa lunga assenza, anche se non è la prima volta che rimango per tanto tempo senza scrivere nulla o commentare i loro post, ma questa volta non è per per pigrizia o mancanza di idee.
Il due gennaio di quest'anno sono diventato, finalmente, papà di due bellissime gemelline (sorelle gemelle per la precisione, dato che sono molto diverse tra di loro) e naturalmente ciò ha assorbito la quasi totalità del mio tempo.
I primi tre giorni in ospedale, dopo il parto, avrò dormito si e no un'ora per notte e non consecutiva, tra pappe, cambi di pannolini, le incursioni delle infermiere che dovevano controllare le bimbe e la mia compagna a diverse ore del giorno e della notte...Poi finalmente a casa, ma anche qui il tempo è dedicato al benessere di Rosa e Grace e al riposo quando ci viene concesso.
In realtà di giorno sono piuttosto tranquille, ma non c'è molto tempo per mettersi al computer, pensare al pezzo da scrivere, rivederlo, metterlo nero su bianco eccetera, eccetera.
Purtroppo io e la mia compagna viviamo (relativamente) lontani, io abito e lavoro vicino a Padova, lei  è di Bologna. Dopo quindici giorni dedicati alle mie donne, sono dunque dovuto tornare dalle mie parti e per questo ho trovato il tempo di scrivere questo pezzo.
Spero, prima o poi, di trovare lavoro a Bologna, così mi trasferirò definitivamente invece di avere solo il weekend da dedicare alle persone che amo.
I primi giorni da papà, come dicevo, sono stati intensi e impegnativi e immagino lo saranno sempre di più, almeno per i primi tre, quattro anni, ma sono stati anche i giorni più felici della mia vita. Se avessi potuto le avrei tenute sempre in braccio, coccolandole e baciandole, ma naturalmente ciò sarebbe diseducativo e poi loro lo richiederebbero sempre, cosa quanto meno inopportuna.
Devo dunque ringraziare Chiara, la mia compagna, per avermi fatto vivere queste emozioni, ma anche per tutto l'amore e l'affetto che mi da ogni giorno, da un'anno e mezzo a oggi, per come mi fa sentire bene e importante...Forse abbiamo fatto le cose un po' di corsa, considerando la situazione non proprio semplice, ma non mi sono pentito un solo istante delle scelte fatte.
Quando abbiamo saputo dell'arrivo delle bimbe è stato una bella sorpresa e naturalmente c'è stata e ancora c'è, un po' di preoccupazione, ma abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di portare avanti questa splendida storia 
Poi abbiamo cominciato a pensare ai nomi e devo dire che la scelta non ha richiesto molto tempo; Grace viene dall'unione della passione del cinema (Grace Kelly) e della musica (la prima canzone che mi è venuta in mente è stata Grace di Jeff Buckley), oltre alla voglia di avere un nome un po' "esotico". Rosa invece è dedicato ad una cara amica, a cui eravamo molto affezionati, che purtroppo è scomparsa un'anno fa, un omaggio che è venuto naturale e devo dire che la prima a pensarci è stata proprio la mia compagna, anche se a differenza mia, che conoscevo Mariarosaria da qualche anno, lei l'aveva conosciuta solo pochi mesi prima, ma già ci era molto legata.
Bene, per ora mi sembra di aver detto abbastanza, ma prometto che prossimamente vi aggiornerò sulla mia nuova vita. Un salutone a tutti.