martedì 2 agosto 2016

Du er ikke alene (1978)



Du er ikke alene (traducibile con "Non sei solo"), è uno di quei film che per il tema trattato e soprattutto per come viene trattato, difficilmente trovano spazio nel cinema nostrano, ma fortunatamente oggi, grazie ad alcuni appassionati e alle nuove tecnologie è possibile recuperarlo anche in una versione fruibile da noi italiani.
Il film racconta la vita di un gruppo di studenti in una scuola diretta con severi principi cristiani, dei loro primi turbamenti amorosi e delle prime esperienze sessuali di alcuni di loro. In particolare l'obiettivo si concentra sul quindicenne Bo, che si sente attratto da Kim, il figlio dodicenne del preside della scuola, che a sua volta ricambia i sentimenti di Bo e lentamente il loro rapporto si fa sempre più profondo. 



Questo rapporto diviene così simbolo di rivolta contro il bigottismo e la repressione degli adulti, è il modo in cui Kim si ribella contro il padre, ed è il modo con cui Bo riesce a liberarsi delle  repressioni che lo hanno tenuto imbrigliato fino a quel momento e ancora di più, il loro rapporto diventa simbolo della ribellione contro le istituzioni scolastiche, quando queste decidono di espellere uno studente, reo di aver tappezzato le pareti di un bagno, con fotografie pornografiche. Così il loro bacio, nel finale del filmino, alla fine del film, girato dai ragazzi come compito e che viene utilizzato da essi come mezzo dimostrativo della loro rivolta, risulta essere il colpo di scena per far trionfare (e così è) le loro ragioni.
Il tutto viene diretto con una libertà che oggi sarebbe difficilmente ripetibile anche in Paesi dai costumi sessuali meno restrittivi e liberi dal bigottismo della morale cattolica, come lo è la Danimarca. Raccontare l'amore tra adolescenti è già difficile, ma raccontarne la sessualità è praticamente un tabù, specialmente se si tratta di un rapporto omosessuale. I due registi lo fanno però, con una certa delicatezza, e con una poetica naturalezza, che non rifugge l'immagine di qualche nudo, non visto con ossessione o con bramosia, ma come qualcosa di normale e naturale, così come lo è l'affetto che nasce tra i due protagonisti e che trionfa nel finale. 
Una tematica simile, anche se con più pudore e meno sensazionalismo, si era visto in "Le amicizie particolari", ma qui la vicenda prende valore anche come difesa della libertà di essere se stessi, compreso nella scelta della propria sessualità. 


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