martedì 31 maggio 2016

Liebster Blog Awards 2016: Vorrei ringraziare...



Si va bene, il riconoscimento è piccolo, ma sapere che qualcuno (in questo caso l'amico Cassidy) pensi che lo meriti, mi fa piacere e anche un po' inorgoglire...

Ma ora passiamo ai fatti...

Copio il regolamento direttamente dal blog di Cassidy:

Il Liebster Blog Award è una sorta di riconoscimento che i blogger conferiscono ad altri blogger con un numero di followers inferiore ai 200, è stato istituito nel 2011, per saperne di più basta cercare in internet.  È un’opportunità per farsi conoscere tramite il passaparola.
Una volta ottenuta questa menzione, se accettata, bisogna scrivere un post sul proprio blog usando il logo del Liebster Award e fare le seguenti cose:
1) Ringraziare i blog che ti hanno nominato e assegnato il premio.
2) Scrivere qualche riga (max 300 parole) sul blog che preferite (ovviamente non il vostro). Spiegare perché vi piace il blog, mettere il link.
3) Rispondere alle 11 domande poste dal blog o dai blogger che ti hanno nominato.
4) Scrivere, a piacere, 11 cose di te.
5) Premiare a tua volta 11 blog con meno di 200 follower.
6) Formulare le 11 domande per i blogger che si nomineranno.
7) Informare i blogger del premio assegnato.

1) Grazie ancora Cassidy, visitate il suo blog e scoprirete quanto fantasticamente pazzo è questo ragazzo...Cass, alla prima occasione ti offro una birra o due :)

2) Beh, oltre al già pluricitato Cassidy, che recensisce fumetti, libri, serie tv, ma soprattutto tanto cinema e lo fa in modo originale e divertente, regalandoti un sacco di aneddoti interessanti, vi segnalo anche Cinepillole - Guida antiflop, un altro appassionato cinefilo e l'amica Emme Bouclés, una ragazza che non le manda certo a dire e con un bello stile di scrittura. E "last but not least" Stephen King Only, il blog di Maurizio Ragusa che ci tiene costantemente informati sul mondo del Re del brivido

3) Allora Cassidy non mi ha posto domande (l'ho detto è un tipo un po' fuori dagli schemi :P), per cui risponderò alle stesse domande che sono state poste a lui:
  • Definisciti in una parola: Sognatore
  • Il libro che ti ha cambiato la visione del mondo? Boh...difficile da dire, per non ripetere la stessa risposta di Cassidy, direi "Il signore delle mosche", forse un po' pessimistico, ma nemmeno troppo lontano dalla realtà
  • Quando hai capito di essere cresciuto? Quando ho cominciato a pagare le tasse...No, a parte gli scherzi, non sono ancora convinto di essere proprio cresciuto :)
  • Cosa ami di te stesso? La mia apertura mentale, oltre al capezzolo sinistro che è niente male...
  • La parola o la frase che non avresti mai voluto pronunciare? Ora di preciso non mi viene in mente nulla, ma sicuramente quella con la quale posso aver ferito ed offeso un amico
  • La storia che vorresti raccontare, ma che è ancora uno spiritello vagante? Da adolescente lessi la notizia di un ragazzino che si suicidò (o tentò di suicidarsi ora non ricordo di preciso) perché fece coming out con la sua migliore amica, ma lei invece di sostenerlo lo prese in giro. Da quel momento mi sono sempre chiesto cosa si possa provare a sentirsi "diversi" a quell'età e vorrei provare a scrivere qualcosa in merito
  • Perché scrivi? Perché mi piace, che domande...:P
  • Sei credente? Bella domanda...certamente sono cresciuto con un educazione cattolica...Ora come ora direi che spero che ci sia qualcosa o qualcuno dopo, ma non credo nel Dio che ci viene insegnato a dottrina o all'ora di religione a scuola, anche perché è troppo spesso contraddittorio
  • La parolaccia che ti piace di più pronunciare? Anche se ne dico in quantità industriali, soprattutto per sfogarmi dal nervoso del lavoro, non è che mi piaccia pronunciarle
  • Tre ingredienti del romanzo perfetto? Tensione, avventura, ambiguità (nei personaggi e nella storia)
  • Quanto ti sei rotto le palle nel rispondere a queste domande assurde? Considerando che non me ne erano state poste, direi nemmeno un po'....:D
4) Undici cose su di me:
  • Ho un sacco di passioni, ma non riesco a seguirne nessuna in maniera totalitaria: amo il cinema, leggere, la fotografia, scrivere, la cucina...
  • Lavoro da ormai quindici anni come portiere notturno in albergo e la mia mente sta cominciando a risentirne...(chiamatemi Norman Bates...o Jack Torrance)
  • Sono pigro, una volta non ho lavato, ne portato a lavare la macchina per due anni
  • Ho quasi un migliaio di dvd originali più qualche altro centinaio di film recuperati dalla rete, ma ancora non mi bastano...
  • Ho una pagina su facebook (Cinema Giovane) con un amico in cui parliamo di cinema giovanile
  • Adoro i risotti, sia mangiarli che prepararli. Ne ho fatti in tutte le maniere, da quelli classici (funghi, salsiccia, raddichio...) ad alcuni originali: al caffè, al miele, alla birra, con gli amaretti...e molti altri...
  • Negli ultimi anni, grazie ad alcuni amici, sono riuscito a realizzare il sogno di girare il mondo. Sono stato a Oslo, Parigi, Madrid, per tre anni negli Stati Uniti e poi in Messico e quest'anno è il turno della Scozia
  • Ho parecchi conti in sospeso con Cupido...spero per lui che si dia una regolata...
  • Sono uno che perdona facilmente, anche i torti più dolorosi, ma non dimentico...
  • Amo i film horror, mi piace spaventarmi e avere quella sensazione dello stomaco che si contorce e che tutto possa essere reale, mentre di notte vado al bagno accendendo tutte le luci di casa
  • Mi piacciono i bambini, penso siano la cosa migliore al mondo e se fosse per me ne avrei già una squadra di basket con tanto di riserve :)
5) Nomina e premia undici blog in ordine alfabetico:
Faccio un po' a caso dato che non ne ho ancora molti con le caratteristiche che servono per poter partecipare:


6) Undici domande per i blogger nominati:
  • Perché hai aperto un blog?
  • Quali sono le tue maggiori passioni?
  • Qual è stato il tuo viaggio più bello?
  • Qual è il tuo più grande sogno?
  • Una frase, da un film o un libro, che ti ha particolarmente colpito?
  • Il personaggio di un film, o di un libro che senti a te più affine?
  • Se potessi tornare indietro, cosa cambieresti della tua vita?
  • Il concerto più bello a cui hai assistito?
  • La persona che più ammiri?
  • A cosa non sai dire no?
  • Di cosa hai paura?
Bene ho fatto quanto mi spettava, ora tocca ai nominati...E che la visibilità sia con voi...

venerdì 27 maggio 2016

Rosso

Dopo "Bianco", ecco il secondo racconto che scrissi per una personale trilogia sui colori. Più avanti pubblicherò anche il terzo racconto

Le casse dell’autoradio sputavano fuori a tutto volume la voce di Ali Campbell che cantava “Red red wine”, mentre Filippo, con le mani ben salde sul volante,  rideva sguaiatamente per una delle sue solite battute volgari.
“Sei un maiale” gli disse Sara
“Dai…stavo scherzando” si giustificò lui “era solo una battuta…”
“Ma era una battuta porca e sessista”
“Uffa” sbuffò Filippo “Ok ti chiedo scusa…mi dispiace”
Seduti sul sedile posteriore,Angela e Daniele era troppo occupati a baciarsi appassionatamente per accorgersi del piccolo bisticcio dei loro due amici, mentre fuori, il fievole  bagliore del crepuscolo aveva preso posto delle luci del giorno.
Attraverso lo specchietto retrovisore, Filippo, vide l’amico infilare la mano nella camicetta della sua ragazza.
“Guardali” disse a Sara, indicando con un cenno della testa i due amanti.
“Uh, che teneri…” bisbigliò lei
“Teneri? Ma se stanno praticamente scopando sul mio sedile…”
“Non stanno scopando, si stanno solo baciando”
“Si…e l’uragano Katrina è stato solo una leggera brezza…” replicò lui sarcastico
Nel frattempo, alla radio, gli UB40  avevano lasciato spazio ai Rush e alla loro “Red Barchetta”.
“Stai a vedere che scherzetto gli combino adesso” coninuò Filippo, e iniziò a far maggior pressione sul pedale dell’acceleratore.
“Cosa vuoi fare?” chiese Sara
“Non ti preoccupare” tagliò corto lui
Lentamente, l’auto,  stava acquistando sempre maggiore velocità, tanto che anche i due ragazzi sul sedile posteriore, cessarono la loro attività erotica per capire cosa stesse succedendo.
“Che cazzo combini?” chiese Daniele
“Niente…io sto guidando, voi due la dietro piuttosto…”
“Non fare lo stronzo Filippo,  rallenta”
“Non sto mica facendo nulla…” continuò lui sprezzante
Ormai non c’era più nulla da fare, quando Filippo partiva per la tangente non c’era più modo di fermarlo, si poteva solo aspettare che rinsavisse da solo.
L’auto sfrecciò rapidamente oltre ad un cartello bianco, che indicava il nome del paese che stavano per attraversare. Sotto un segnale tondo ricordava il limite dei cinquanta chilometri orari nei centri abitati.
“Smettila di fare il bambino e  rallenta” intervenne Angela, sapendo dove andare a colpire l’amico al volante.
“Ehi, a me non dai del bambino” righiò Filippo, voltandosi verso la ragazza
“Attento Filippo…” tentò di avvisarlo Daniele
“Attento a cosa?” replicò il ragazzo, ormai completamente fuori di senno
“E’ ROSSOOOOOOOOOO!!!!” urlò Sara
Filippo si girò di scatto e vide un’ombra comparire qualche metro davanti all’auto. Quando schiacciò il freno, con tutta la forza che aveva nelle gambe, sapeva già che era già troppo tardi e che l’impatto era ormai inevitabile.
Le gomme lasciarono un lungo segno nero sull’asfalto e lo stridio delle ruote, coprì la voce di Paolo Conte che cantava “Diavolo Rosso”. Poi si udì un colpo sordo e pochi metri più avanti l’auto si fermò.
Per un istante, che però ai quattro ragazzi sembrò durare un eternità,  rimasero tutti bloccati, senza riuscire a proferir parola.
 Filippo, spense il motore e lentamente, con le gambe che faticavano a reggerlo in piedi, scese dall’auto e si guardò attorno.
Poco più indietro, una figura non ben distinta, giaceva immobile sull’asfalto al lato della carreggiata, ma gli ci volle poco per capire di cosa si trattasse, poiché la bicicletta da bambino in mezzo alla strada era invece ben visibile. Con lo sguardo perso nel vuoto, Filippo, si avvicinò al luogo dove andava radunandosi un gruppo di persone, attirate fuori dalle case e dai negozi, dal rumore dello schianto.
In realtà, una parte di lui voleva allontanarsi da li, scappare il più lontano possibile, ma le gambe lo stavano guidando verso il punto dell’incidente, e seppur deboli e insicure, lui non riuscì a opporsi al loro volere.
Il corpo del bambino giaceva scomposto sul ciglio della strada, gli occhi spalancati fissavano il vuoto e i folti capelli biondi andavano assumendo un colore nerastro a causa  del sangue che gli usciva abbondante dalla nuca, e dalle orecchie.
Pallido in volto, con gli occhi tremanti e la voce spezzata dal terrore, Filippo tentò di sbiascicare qualche forma di scusa, e fu allora che un ragazzotto, in tuta da meccanico, gli si scagliò addosso colpendolo al mento con un pugno. Filippo si rialzò senza proferire parola, continuando a fissare il piccolo corpo esanime. Immediatamente,  fu circondato da altre sei o setti persone, pronte a pestarlo a sangue  per quello che aveva fatto; e solo l’intervento di Daniele e di un edicolante della zona, che lo barricò nel suo negozio, lo salvarono da un sicuro linciaggio.
All’interno dell’edicola, il ragazzo, sentì le forze venirgli meno e cadde in ginocchio, colto anche da un improvviso crampo allo stomaco che gli fece vomitare il pollo ai peperoni, mangiato quel pomeriggio.
Daniele lo aiutò a rialzarsi e a darsi una pulita, ma lui lo allontanò con un brusco gesto del braccio e si incollò alla vetrina, continuando a osservare, con muto terrore, quella scena da incubo. Vide qualcuno coprire il corpo con un lenzuolo che subito si macchiò del suo sangue, vide l’arrivo dei genitori del bambino e vide la disperazione nei loro volti. Vide l’arrivo dei carabinieri e quello dell’ambulanza i cui lampeggianti tinsero di rosso il cielo e le case, come a ricordargli il sangue che aveva appena versato. Vide tutto questo, ma in realtà non udì nessun rumore. Lo stato di shock nel quale era piombato lo aveva isolato dal resto del mondo.
I suoi amici tentarono di parlargli, ma a Filippo, le loro parole risultavano incomprensibili, così come le domande degli agenti e dei medici.
Durante tutto questo periodo e per molto tempo dopo, l’unica cosa che il suo cervello riusciva a recepire era l’urlo di Sara. L’urlo che lo avvertiva del semaforo rosso.




venerdì 20 maggio 2016

L'importanza di Venere

Non raccontiamoci storie, l'aspetto fisico, la bellezza contano, eccome.
Certo le cose importanti sono altre, il carattere, la bontà d'animo, il rispetto per gli altri...tutte cose bellissime e che rendono speciale una persona, ma la prima cosa che ci colpisce quando conosciamo qualcuno è. per forza di cose, il suo aspetto.
Camminando per strada, un uomo non si girerà mai a guardare una donna bruttina o dall'aspetto "insignificante", ma se il suo sguardo incrocerà un bel paio di gambe o un provocante décolleté, non le schioderà gli occhi di dosso; allo stesso modo una donna difficilmente si soffermerà a lungo a osservare un uomo dal fisico poco aggraziato o che le suscita ilarità, però basteranno un bel paio d'occhi o delle forti braccia robuste a mandarla in solluchero.
Non dobbiamo farcene una colpa di questo, è una cosa naturale: nello stesso mondo animale le femmine scelgono i maschi più forti (e nel caso degli uccelli quelli dal piumaggio più affascinante), e viceversa i maschi scelgono le femmine che possono assicurare una migliore continuità della specie.
Tutto il mondo dello spettacolo applica questi concetti; le capacità servono sempre, ma non sempre i più bravi emergono, spesso ad arrivare in alto sono persone con meno capacità, ma dall'aspetto più appariscente che assicurano migliori vendite o ascolti...Basti pensare alle boyband o a certe attrici e via dicendo...
Non troveremo mai Bombolo che fa la pubblicità di un profumo tra le pagine di una rivista, né per strada vedremo Liù Bosisio pubblicizzare collant sui cartelloni di Intimissimi. Nelle fiere le promoter sono (quasi) sempre giovani e carine, nelle discoteche o locali "alla moda" cameriere e baristi sono sempre di bell'aspetto, anche perché così attirano clienti. Diciamo che in molti lavori in cui è previsto il contatto con il pubblico, si preferisce assumere gente bella da vedere; del resto lo dice anche il proverbio: "anche l'occhio vuole la sua parte".
Proviamo a pensarci, in mezzo ad un gruppo di persone che non conosciamo, ad una festa oppure ad una riunione, ma anche i primi giorni di scuola o ancora in una sala d'aspetto, se dovessimo scegliere qualcuno con cui "provarci", non potendo basarci su carattere e personalità, lo faremo su fattori estetici (che poi questi siano soggettivi è un'altro discorso).
Non siete ancora convinti? Facciamo allora un gioco, certo poco probabile, ma teoricamente possibile: conoscete due persone identiche per carattere e personalità, entrambe gentili, affettuose, tenaci, e con tutti i pregi che volete metterci. Entrambe hanno gusti che combaciano con i vostri; praticamente potrebbero essere l'altra metà della mela, solo che una è di bell'aspetto, l'altra è esteticamente meno attraente, a chi chiedereste di uscire per una cena romantica?