domenica 27 settembre 2015

Alice

(Ancora un mio vecchio racconto)


Nicola fissava il piccolo corpo sul pavimento. Improvvisamente, un misto tra paura e senso di colpa , si insinuò nel bambino, che a poco a poco, si rese conto di quello che aveva fatto.
Aveva sempre odiato Alice, fin dal primo giorno. Da quando era arrivata, sembrava che sua madre avesse meno tempo per lui. Infatti passava molto tempo a cullare, pettinare e prendersi cura della nuova venuta e lui si sentiva trascurato.
Già una volta, era stato sorpreso mentre, con un coltello, stava per aprire il ventre alla piccola Alice. Sgridato duramente, era stato mandato a letto senza cena.
Fu quella sera, con le guance rigate dalle lacrime che bagnavano il cuscino, mentre lo stomaco gli si contorceva per gli spasmi della fame, che prese la decisione di eliminarla una volta per tutte.
Quel fine settimana gli si presentò l’occasione che tanto aspettava. Sua madre uscì per andare a fare la spesa, lasciandolo a casa da solo con Alice; così, appena fu sicuro che lei si fosse allontanata, prese la piccola dal lettino e, dopo averla fissata con odio per qualche istante, la scaraventò con forza per terra.
Sentì immediatamente il rumore della testa che si fracassava, ma ancora accecato dal rancore iniziò a prenderla a calci violentemente; un braccio si spezzò, uscendo dalla sede della spalla e un piede gli si rigirò di centoottanta gradi.
Ora lei lo guardava, con un solo occhio aperto, e sembrava chiedergli il perché di tanto odio.
In quel momento, Nicola, sentì la macchina della madre che rientrava nel vialetto; preso dal panico, raccolse quello che rimaneva di Alice, e dopo averlo infilato in un sacco di plastica, andò di corsa a nasconderlo in cantina, dietro la vecchia stufa a legna.
Tornò in camera sua e si mise a giocare alla playstation.
“Nicola, dov’è Alice?” chiese sua madre entrando in camera
Lui continuò a giocare ignorandola.
“Allora, ti ho chiesto dov’è Alice?”
Il bambino si voltò a guardare la donna e le urlò in faccia: “Non so dov’è la tua stupida bambola!”



martedì 15 settembre 2015

Benny's Video

"Benny's video" è quasi il prototipo di quello che poi, cinque anni più tardi, diverrà "Funny Games".
Benny è un adolescente che passa le sue giornate ascoltando musica ad alto volume e guardando filmati trash e violenti. Tra questi, quello che preferisce è quello da lui stesso girato in cui si vede l'abbattimento di un maiale per mezzo di una pistola a proiettile captivo. Un giorno Benny porta a casa una ragazza appena conosciuta e poco dopo la uccide, usando proprio quell'arma. Solo dopo un paio di giorni confessa quello che ha fatto ai genitori, che anziché punirlo, cercano di salvarlo occultando il cadavere.
Haneke, come farà poi in "Funny Games", mette in scena la violenza come atto d'accusa contro una società divenuta troppo indifferente e insensibile, proprio di fronte alle numerose immagini violente che ci vengono continuamente mostrate. Benny (interpretato dallo stesso Arno Frisch che in "Funny Games" sarà uno dei due psicopatici) è figlio di questa società e le immagini che vede nei video che noleggia o attraverso la tv, sembrano averlo desensibilizzato se non addirittura asueffato alla violenza e in particolare alla morte, come un bambino che non capisce la differenza tra realtà e finzione. Il ragazzo è talmente abituato a vedere il mondo filtrato attraverso l'obiettivo di una telecamera, che per osservare fuori dalle sua stanza, tiene una videocamera puntata all'esterno e le tende chiuse. 
Per arrivare a colpire maggiormente lo spettatore, Haneke usa la tecnica di mostrarci tutto con freddezza e neutralità, così che viene inevitabile il senso di empatia verso quello che sta accadendo. Inoltre, il regista austriaco, ci imprigiona in una trappola vouyeristica, da cui è impossibile distogliere lo sguardo, pur non arrivando mai a mostrarci la violenza direttamente, ma piuttosto suggerendola, facendola immaginare, come nel lungo piano sequenza (memorabile quello di otto minuti in "Funny Games") in cui Benny uccide la ragazza, visto solo parzialmente attraverso la videocamera del ragazzo. Ad amplificare il senso di disagio è anche il comportamento del ragazzo, che sembra non essersi reso conto veramente di quello che ha fatto, o meglio, che lo vive con totale indifferenza, la stessa indifferenza con cui guarda i le immagini di guerra nei telegiornali. 
Quando il padre (l'Urlich Muhe sempre in "Funny Games") gli chiede perché lo ha fatto, lui risponde: "Fatto cosa?" e poi cadendo dalle nuvole non sa dare spiegazione alle sue gesta. Ancora più incomprensibile però è l'atteggiamento proprio dei genitori di Benny, che ci pensano su solo qualche istante sul da farsi, e poi decidono di risparmiare al figlio un futuro doloroso e difficile (rinchiuso in riformatorio o in un ospedale psichiatrico), fingendo che non sia accaduto nulla. Una forma di freddezza e distacco, forse ancor peggiore di quella del figlio, perché messa in atto da persone adulte, che dovrebbero avere una coscenza morale ben definita, ma che viene messa a tacere dal peso di una società che dà maggior importanza alle apparenze, che ai sentimenti. 
Nel finale, Benny si dimostra ancora una volta insensibile e arrogante, con un gesto che coglie ancora una volta impreparati i suoi genitori, ma a cui questa volta non c'è rimedio.
"Benny's video" è dunque un film duro e cattivo, certo non adatto a tutti, ma che piacerà sicuramente a chi apprezza il cinema cinico e pessimistico di Haneke