mercoledì 20 maggio 2015

Eden Lake

(Queste, e altre mie recensioni si possono trovare sul forum di "Movieplayer" e sulla mia pagina facebook "Cinema Giovane", il cui link è qui accanto)

Jenny e Steve sono fidanzati, e lui ha deciso di chiederle di sposarlo, portandola ad un romantico weekend sulle sponde di un incantevole lago. La loro tranquillità viene però disturbata da alcuni ragazzini del luogo, che si divertono a provocare gli adulti. Le cose cominciano a precipitare quando Steve decide di affrontare questi giovani, scatenando così la rappresaglia di quest’ultimi, che presto si trasforma in una vera e propria caccia all’uomo. Il genere survival-horror, è uno dei più sfruttati nel filone dei film thriller e horror, partendo dagli anni 70 con film quali “Non violentate Jennifer” e “L’ultima casa a sinistra” (questi più propriamente appartenenti al sottogenere “rape & revenge”), passando per “Un tranquillo weekend di paura”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e di porcherie ne sono state fatte molte, soprattutto da quando è entrato in auge il teen-horror; per cui questo “Eden Lake” è una graditissima e piacevole sorpresa, un film decisamente ben fatto, che ti tiene con fiato sospeso dall’inizio alla fine, senza lasciarti un attimo di tregua. Il film prende spunto da veri fatti di cronaca, quello delle baby gang, che soprattutto in Gran Bretagna, sono diventate una forte problematica sociale. Per questo motivo, “Eden Lake” è ancora più inquietante e disturbante, in quanto gli autori delle violenze, non sono più mostri dal volto mascherato armati di machete o di motosega, ma dei ragazzini, solitamente simbolo di innocenza e purezza, rendendo così più difficoltoso il compito a chi si deve difendere dal loro attacco. A ciò ci aveva già pensato Narciso Ibanez Serradon con il suo “Ma come si può uccidere un bambino?” (forse ancora più inquietante data la ancora più giovane età dei baby assassini), e più recentemente Tom Shankland con “The children” (non a caso altro film britannico del 2008). Tuttavia nel film di James Watkins viene maggiormente evidenziato il contesto sociale per cui questa violenza ha origine; ragazzi cresciuti in ambiente provinciale e chiuso, in famiglie disagiate, in cui domina la violenza domestica, per cui i giovani imparano a essere aggressivi e irruenti. Ragazzi che diventano i veri protagonisti della pellicola, mettendo in secondo piano i pur bravissimi Kelly Reilly e l’ancora poco conosciuto Michael Fassbender, e tra cui riconosciamo Thomas Turgoose, lo Shaun di “This is England” e Jack O'Connell sempre del film Shane Meadows. Vera forza del film, è però la regia di Watkins; claustrofobica, intensa che ti tiene inchiodato alla sedia, costretto a vedere una violenza crescente, assurda e ingiustificata, senza però indugiare in particolari raccapriccianti, anzi le scene più crude spesso rimangono in secondo piano, lasciando allo spettatore il compito di concretizzare ciò che non è mostrato e perciò ancora più disturbanti. “Eden Lake” è la dimostrazione di come il cinema horror europeo (a eccezione forse dell’ Italia purtroppo) goda di ottima salute e del fatto che sia probabilmente superiore a quello statunitense.


martedì 12 maggio 2015

Il Paese delle favole

A volte è bello credere nelle favole e io stavolta voglio crederci.
I programmi televisivi, spesso ci spacciano per vero ciò che vero non è: carrambate, liti, pianti, talvolta sono programmati per aumentare l'audience puntando sull'empatia dello spettatore.
Beh, io spero che quanto visto ieri ad "Italian Got's Talent", sia autentico, perché in un Paese bigotto e ipocrita come il nostro, sarebbe una cosa importante.
Alla fine dell'esibizione di un gruppo di acrobati, l'atleta principale h chiesto ad un suo compagno di sposarlo e i due si sono baciati.
In Italia siamo ancora molto indietro, quanto a diritti per le coppie omosessuali e spesso, anche solo parlare di questo tipo "diverso" di amore, crea  non pochi imbarazzi; probabilmente dovuti anche al Vaticano, che fa pesare molto la sua ancora retrograda mentalità.
Fin troppo spesso al telegiornale si è sentito parlare di omofobia, ma poi cosa si fa realmente per sradicare un così assurdo e stupido pregiudizio? E' raro vedere programmi con coppie formate da due uomini o due donne, e film e serie tv dedicate a questo tema, quelle volte che passano in tv, vengono programmati ad orari con poca visibilità.
Per questo, una dichiarazione di questo tipo, in prima serata, sotto gli occhi di milioni di spettatori, non può che essere una cosa buona, una prima martellata per abbattere il muro dell'omofobia, della paura del "diverso", per mostrare che l'amore è universale e non una prerogativa degli eterosessuali.
Io voglio credere non sia stata una messa in scena, che sia stato tutto vero, perché se fatto unicamente per aumentare gli ascolti. ciò svilirebbe l'importanza del gesto.
Si, a volte mi piace credere alle favole...


giovedì 7 maggio 2015

Un Cuore

Andrea non si accorse che il suo insegnante gli rovesciò di proposito la tazza di cioccolata sulla camicia, e quando questi lo spogliò per aiutarlo a ripulirsi non fece resistenza. Le foto di quel ragazzino che gli sorrideva dalla mensola sopra il camino, erano rassicuranti. Poi l'uomo iniziò ad accarezzargli e baciargli il petto; allora in quel momento cercò di divincolarsi dalla sua presa impaurito, perché lo avevano messo in guardia da quel tipo di persone. Quando però, sentì le lacrime dell'uomo inumidirgli il torace, capì che non era in pericolo. Quella sera, dopo il bagno, Andrea guardò il suo corpo riflesso allo specchio e vide quella cicatrice che gli divideva in due il petto. La sfiorò con la mano e udì il battito del suo cuore. Di quel cuore appartenuto ad un bambino che ora non sorrideva più.